Il Salento un itinerario di circa 550 chilometri di spiaggia con sabbia bianca o nera per la presenza minerali ferrosi con scogliera bassa o a strapiombo sul mare d'intenso blu, macchie mediterranee, cattedrali, torri, castelli, masserie, paludi, tradizioni contadine. Magari da scoprire anche a cavallo.
In ogni centro del Salento vi sono richiami culturali, ambientali, folcloristici, artigianali e gastronomici: Lecce con il suo barocco e i maestri della cartapesta, Gallipoli, i laghi Alimini, Santa Cesarea con ìe sue Terme, Castro, Otranto con la Cattedrale e lo straordinario pavimento a mosaico del 1100 che rappresenta l'albero della vita. Non sappiamo se raffigura un olivo, ma immaginiamo che sia così perché la pianta tanto cara a Giove e a Minerva, è fondamentale nella storia agricola del Salento. La puccia è un pane con le olive nere, a Martano c'è la sagra delle "vulie cazzate" (olive schiacciate), le "sagne n'cannulate" (pasta casereccia) è speciale quando condita con olio, olive nere, acciughe e mollica di pane soffritta.
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Un excursus nella gastronomia salentìna fa scoprire piatti di grandi sapori e di tradizioni greche per quei paesi della cosiddetta Grecia Salentìna (Calmiera, Martano, Castrignano de' Greci, Corigliano, Martignano, Sternatia, Zollino, Melpignano, Solete) dove ancora si parla il "griko".
"Fafe fogghje", fave e cicorie, è l'emblematico piatto più povero e saporito specie quando condito con una croce di olio d'oliva. Nei campi si raccolgono ancora "vampasciuni" ai quali è dedicata una sagra ad Acaya, frazione di Vernole, "curdimgiedd", "cicurìedd", "marogghjl", "zangàni", "schjattapetre""paparine", erbe povere, economiche perché spontanee, ricche di sapori e di principi medicamentosi.
Per cucinarie con la pasta casereccia o con i legumi, ancor oggi nelle aziende agrituristiche più tradizionali si servono della "pigliata" o "u' tiesf, pentola e tagame di terracotta.
Cardi selvatici con le uova, stufato di verdure spontanen, frittata d'asparagi, rape stufate, lanipascioni fritti, fave "cuccilanuti" lesse (secche con la buccia), cicerchia sofiritta, grano pestato, farro, "maccaruni cu a muddicola" (mollica), "nwlyc. ti puercit 'ddlissate" (orecchie di porco lesse), "peer accipùddafpeeoYa con la cipolla", "cuzziedde sprittti" (lumache soffritte), "cicir eu lu mèi". Questi alcuni ingredienti e nomi di pietanze povere, e assurte a gloria dei palati, della cucina salentina.
Il museo del Centro di Ricerche e Studi di Folklore e Tradizioni Popolari Salentini, a ridosso dell'antica abbazia di Cerrate nei pressi di Squinzano, è in un ex frantoio. Una delle aziende agrituristiche nel cuore del Capo di Leuca è in un deposito di tabacco dei primi del '900, completamente ristrutturato.
Il tabacco con il frumento, l'olivo, la vite, è uno del capisaldi dell'agricoltura salentina.
Crispiano (Ta) ovvero le cento masserie. Tante ce ne sono nel suo territorio, alcune ristrutturate per ospitare turisti campagnoli. Martina Franca, Mottola, Torricella, Crispiano sono i paesi dove maggiormente sono concentrate le aziende agrituristiche, alcune delle quali con annesso museo della civiltà contadina. Aziende inserite in uno dei paesaggi più particolari della storia di Puglia. Quella della "Civiltà del vivere in rupe". Vale a dire nei villaggi rupestri e nei santuari, nelle gravine di Mottola, Grottaglie, da Laterza, Massafra, Palagiano, provando emozioni da togliere il fiato.
La struttura è costituita da un piccolo residence, immerso nel verde della campagna salentrna, a soli 400 metri dalle acque limpide dei litorali degli Alimini e di Frassanito. Protetta da grandi dune di sabbia, da una lussureggiante macchia mediterranea e da una pineta, la Tenuta accoglie gli ospiti in confortevoli monolocali e attrezzati bilocali, tutti dotati di ogni più moderno servizio. La struttura propone una tavola ricca di sapori della tradizione enoga-stronomica locale, con piatti preparati con cura ed a base di prodotti della zona. Come si raggiunge: Da Lecce per Otranto e, quindi, prendere direzione laghi Alimini. Dintorni: Otranto: il borgo antico con i bastioni, la cattedrale con il pavimento a mosaico del 1163/66, la chiesa di S. Pietro, il castello aragonese, la Torre dei Serpe; i Laghi Alimini; Santa Cesarea Terme: le grotte Romanelli, Zinzulusa e di Porto Badisco; Castro: le fortificazioni, il casteilo, la cattedrale, le Marine; Poggiardo: la parrocchiale rococò, il palazzo ducale, il Museo delle cripte, cripte S. Maria e Stefano, i! centro messapico di Vaste.